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        Inizialmente riservata a re e sacerdoti del mondo antico la pratica del tatuaggio con l'Henné raggiunse molti popoli

in età romana per poi essere condannata dalla chiesa cattolica come pratica pagana se non addirittura considerata demoniaca.

L'henné infatti presenta proprietà terapeutiche lenitive e antinfiammatorie conosciute fin dai primi secoli oltre a dare

la caratteristica colorazione bruna che tutti conoscono. Ancora oggi le donne di molti paesi medio-orientali utilizzano i tatuaggi

su mani e piedi quali strumento di bellezza e seduzione per i rispettivi fidanzati e mariti.

Il mehndi non è permanente e ha una durata variabile da due settimane ad un mese, non è affatto doloroso e lascia sulla pelle

un piacevole aroma che si attenua nei primi giorni.

Viene usato in oriente e nell'Africa Mediterranea per la decorazione di mani e piedi per il rito nuziale, benaugurante

e di protezione. Viene eseguito con speciali stencil o a mano libera. I motivi sono di buon auspicio per la persona che li indossa e il rito del disegno del mehndi coinvolge le donne di tutta la famiglia e/o tribù. È in uso nel Nord Africa e in India.

Ai soggetti tradizionali tipici delle aree medio-orientali si possono alternare disegni di pura fantasia: tribali, cinesi, animali, fantasie, simboli, etnici, opere d'arte, halloween, polinesiani, dragoni ecc.. In India la mehndi nuziale include le iniziali degli sposi e spesso il loro ritratto.

L'origine del tatuaggio all'henné risale alle origini dell'umanità, infatti le popolazioni dell'area sahariana lo utilizzavano come pianta medicinale e per tatuaggi in occasione di feste e eventi sacri, fu utilizzato in Mesopotamia, poi dagli Ebrei e dagli Egiziani. Si è scoperto che i capelli della mummia di Ramesse II erano stati tinti con l'henné. Alcuni testi assiri del VII secolo a.C. descrivono i preparativi di matrimonio di una giovane donna dalle palme delle mani e unghie colorate con l'henné. In Cina le donne dipingevano fiori sulle unghie. In Vietnam le donne si smaltavano i denti di nero, e l'henné addizionato con additivi annerenti offriva loro una tintura economica. Poi l'henné conquistò l'India nel XII secolo.

Per la preparazione dell'impasto occorre disporre di foglie di Henné ben essiccate e macinate molto finemente

(si possono acquistare in erboresteria già pronte in polvere di ottima qualità). La miscela è formata da polvere di henné impastata con acqua tiepida e un cucchiaio di succo di limone usato come fissatore per aumentare la durata della colorazione, accompagnato, a discrezione dell'artista, anche da tè, caffè o oli essenziali (acque aromatiche utilizzate in profumeria, come acqua di rose o di fiori d'arancio). La polvere di henné deve avere un colore verde brillante, assolutamente non nero, e per avere un buon potere colorante sulla pelle deve essere molto fresca. Il composto così ottenuto deve essere pastoso, né troppo liquido, (colerebbe sulla pelle) né troppo asciutto perché sarebbe impossibile applicarlo.

Per migliorare la penetrazione dell'impasto può essere impiegato dell'alcool per alimenti (in alcuni paesi vi sono tatuatori

che aggiungono solvente per vernici, sconsigliabile tra l'altro perché tossico e contenente idrocarburi, si riconosce dall'odore).

Per l'applicazione e per ottenere un disegno fine, impiegando metodi igienicamente idonei, si utilizza una siringa apposita

con beccuccio fine in plastica oppure una siringa di grandi dimensioni a cui è stato asportato l'ago metallico. Come metodi tradizionali, in Medio Oriente si usano siringhe o stecchini di legno, in India dei coni di plastica.

Al termine dell'esecuzione del disegno, una volta essiccato sulla pelle, viene cosparso di una miscela di zucchero e limone

e bendato per generare calore, fissare il colore e nutrire la pelle al tempo stesso. Spesso le mani e/o piedi vengono tenuti vicini al fuoco per dare un intenso colore rosso al disegno. La pasta può rimanere a contatto con la pelle per diverse ore.

Per evitare di disperdere macchie e macchiarsi, è meglio disporre un canovaccio in tessuto sotto la zona da trattare

e utilizzare dei guanti. Le macchie possono essere rimosse con un energico candeggiante.

       

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